Beatrice Mariotto: “Sono cresciuta anch’io all’ombra della Brenzoni. La mia è la tipica famiglia ambrosiana con il nonno paterno Luigi che mandava i suoi tre figli ai corsi di disegno e ornato presso la Scuola d’Arte e poi a fare pratica presso i laboratori e le Cooperative di Sant’Ambrogio e il nonno materno Giuseppe, cavatore di San Giorgio, costretto negli anni ’30 ad emigrare a causa della crisi del settore del marmo.
Anch’io, come molti prima di me, sono stata contagiata da questa scuola, che ho frequentato per una decina di anni.
Serbo ancor oggi un buon ricordo dei miei insegnanti, a cominciare da Tullio Gasperin, docente di pittura, che ho seguito al C.E.A. di Verona quando lasciò la Scuola d’Arte e poi Luigi Brazzarola, Mario Vassanelli e Sergio Capellini nei corsi di modellazione plastica ma soprattutto ricordo Amalio Accordini. Specializzatosi in pittura azionista a Salisburgo, sotto la guida di Hermann Nitsch, amante del colore, della ricerca di armonie e dissonanze, mi ha trasmesso la libertà di comunicare con il gesto, mi ha insegnato che grazie all’arte possiamo far uscire la parte sensibile che è dentro ognuno di noi, esprimere la nostra individualità ma soprattutto confrontarci con il mondo.
Proprio la mia storia personale quindi mi ha portato ad affrontare la sfida che l’Amministrazione Comunale mi ha lanciato, cioè quella di dirigere la Scuola d’Arte. Pur avvertendo la responsabilità e il peso di un simile incarico, mi sono sentita lusingata ed orgogliosa per la grande considerazione che da sempre nutro per questa Istituzione.
Nata come atto di amore verso la povera gente di Sant’Ambrogio, la Scuola d’Arte, è sempre stata testimone della tenacia, dell’inventiva, dello spirito di sacrificio di molti ambrosiani, capaci di creare opere straordinarie. Ha dato visibilità a piccole e grandi storie; durante questi centoquarantanni vi hanno trovato spazio personaggi divenuti nel tempo artisti famosi ma anche persone semplici, che hanno lasciato le loro testimonianze sui palazzi, sui capitelli, nelle basiliche di tutta Italia e all’estero, opere rimaste inalterate negli anni, che raccontano la storia di Sant’Ambrogio e dei suoi abitanti.
Ancorata ad un passato glorioso, radicata ai valori che ne hanno favorito la nascita ma proiettata al tempo stesso verso il futuro, oggi la Scuola d’Arte coinvolge nuovi e vecchi maestri, allievi giovani e adulti, mescolando insieme nuovo e tradizione.
Spesso la parte teorica viene sviluppata grazie agli artigiani e cavatori locali, che si prestano volentieri ad accompagnare nelle cave gli allievi dei corsi di scultura per mostrare i corsi dei cimieri e del nembro o nelle aziende per illustrare le tecniche di lavorazione e i diversi materiali. Una scuola dove vengono organizzate gite a luoghi d’arte e musei, dove si promuovono eventi di carattere artistico, collaborando all’organizzazione di mostre d’arte di artisti locali.
Una Scuola che apre i propri orizzonti grazie all’appoggio di personaggi importanti nel mondo dell’arte, che portano un respiro internazionale. Libero Cecchini, Milo Manara, Pino Castagna, Virginio Ferrari, Lois Anvidalfarei, Aron Demetz, Riccardo Cassini, Luciano Padovani, Mariano Bellamoli sono solo alcuni nomi di artisti che in questi ultimi anni sono stati testimonial della Brenzoni, che hanno ospitato gli allievi nei loro laboratori, dissertando di arte e spiegando le loro tecniche, che sono stati presidenti di giuria esterni alla mostra di fine anno, contribuendo alla scelta dei lavori più meritevoli fra quelli esposti.
Una Scuola che si occupa di salvaguardare il patrimonio culturale del paese, grazie all’Amministrazione Comunale che appoggia e sostiene sempre le attività artistiche promosse, nello spirito che la contraddistingue di forte contatto con la realtà locale.
Gli allievi arrivano da ogni parte della Provincia di Verona, dal Comune di Sant’Ambrogio, dai Comuni limitrofi della Valpolicella e della Lessinia, ma troviamo anche Stefano che arriva da Levico o Argentino che parte al mattino presto da Chioggia e macina centinaia di chilometri solo per poche ore di scultura. O ancora Antonio, che vive in Brasile ma che, in Italia per alcuni mesi, ha frequentato i corsi di mosaico e ora, tornato nella sua terra, insegna ai ragazzi brasiliani le tecniche apprese alla Brenzoni.
La Scuola è frequentata da persone di ogni età, a cominciare dai più piccoli, che seguono i corsi di disegno, pittura e modellato il mercoledì pomeriggio nella sede storica. Per gli adulti vi sono i corsi di modellazione plastica e scultura, trasferiti da un paio d’anni nei moderni laboratori siti nell’ex Quartiere Fieristico, o quelli di pittura, mosaico e disegno, situati nelle vecchie scuole elementari di San Giorgio.
Gli allievi possono contare su docenti preparati, spesso artisti conosciuti a livello internazionale, che li seguono con cura e dedizione, con un linguaggio semplice, accessibile a tutti, con passione e competenza. Ognuno coltiva il proprio gusto, legato spesso all’ambiente dal quale proviene, ognuno produce in base alla propria maturazione e non in base a orientamenti definiti. Non si seguono mode, c’è chi scava nella pietra nel tentativo di portare alla superficie i propri ricordi o chi con la pittura fa rivivere la fragilità di un istante vissuto, ogni opera rappresenta la personalità e la sensibilità di chi l’ha creata. Sono i lavori proposti nella mostra di fine anno, evento reso possibile grazie all’impegno organizzativo degli allievi e docenti che collaborano sempre con grande entusiasmo e generosità, opere che ci mostrano quello che rappresenta oggi la Scuola d’Arte “Paolo Brenzoni”, un misto di tradizioni e di idee nuove, radicata al passato ma nello stesso tempo proiettata verso il futuro”.