A partire dal 20 febbraio 2019, per quattro mercoledì consecutivi, la Scuola d’Arte “Paolo Brenzoni” ha organizzato un breve corso di sensibilizzazione sulla lingua dei segni rivolto non solo ad allievi e docenti della scuola ma anche a cittadini, insegnanti, educatori che desiderano conoscere meglio questa lingua. Da circa tre anni i corsi di pittura sono frequentati da un’allieva sorda dalla nascita, Sofia Ines, che grazie alla sua particolare sensibilità nel percepire la realtà riesce ad esprimersi attraverso i colori e il tratto con una grande libertà e con ottimi risultati. Sofia molte volte stimola allievi e docenti a mettere in gioco tutte le proprie capacità di comunicazione. Grazie a lei la scuola d’arte è venuta a contatto con la lingua dei segni e i partecipanti ai corsi hanno compreso che le difficoltà comunicative tra persone sorde e non, spesso sono causato da barriere materiali e culturali che si possono rimuovere. Per questo motivo è stata contattata un’esperta L.I.S., Manuela Giuliani, figlia di genitori sordi segnanti, che si è resa disponibile a tenere un breve corso di sensibilizzazione su questa lingua meravigliosa. Al corso hanno partecipato alcuni ragazzi sordi segnanti, Ambra e Davide, che con Sofia hanno seguito i partecipanti in questo particolare percorso. L’Amministrazione comunale di Sant’Ambrogio di Valpolicella ha messo a disposizione uno spazio presso Villa Brenzoni Bassani e la ditta TESTI GROUP ha collaborato per la realizzazione di questo progetto. Da questo primo corso è partita una proposta rivolta al mondo della scuola: che la lingua dei segni venga insegnata ai bambini già dalle scuole primarie, attivando laboratori specifici, insegnandola come fosse un gioco. Quasi tutti i partecipanti presenti al corso ricordiamo “l’alfabeto muto” imparato da bambini. Se avessero imparato i segni della L.I.S. oggi sarebbero più inclusivi. Attraverso la Scuola d’Arte abbiamo dismostrato cosa significhi la parola inclusione e integrazione. Al corso hanno partecipato più di un centinaio di persone, fra cui docenti, logopedisti, operatori sociali che si occupano di disabilità e semplici cittadini della Valpolicella e questo significa che c’è molto interesse in merito. Molti di loro sono spesso a contatto con persone sorde sul lavoro, negli ospedali, nelle scuole, in ambienti di vita quotidiana e lavorativa. E’ importante imparare pochi segni ma essenziali per poter semplicemente comunicare.. Inclusione, integrazioni, accessibilità a tutti i servizi, è quello per cui le persone sorde stanno lottando da anni, chiedendo il riconoscimento della loro lingua. Attraverso questo progetto potremo comunicare in modo migliore con Sofia Ines e appoggiarla quale ambasciatrice di questa lingua e di questa cultura, dando “voce” alla comunità sorda affinchè la proposta di legge per il riconoscimento della L.I.S. termini il suo iter. In questi tre anni in cui Sofia Ines ha frequentato la scuola d’arte, durante la mostra di fine anno è stata presente un’interprete della lingua dei segni grazie alla disponibilità della Fondazione Rana.