Domenica 4 ottobre 2015, presso la prestigiosa cornice di Villa Brenzoni Bassani – Quartiere Fieristico ambrosiano, gli scultori della pietra che in questi ultimi anni hanno collaborato in qualità di docenti dei corsi organizzati dalla Scuola d’Arte ed esperti esterni, saranno invitati a scolpire la loro firma sulla “Pietra degli immortali” a testimonianza del loro passaggio a Sant’Ambrogio e del loro impegno a promuovere l’arte e la cultura sul territorio.
Fra questi Novello Finotti, Pino Castagna, Sergio Capellini, Libero Cecchini, Matteo Cavaioni, Umberto Maggioni, Virginio Ferrari, Mariano Bellamoli, Giuseppe Cinetto, Mario Vassanelli, Luigi Savoia, Francesco Zanoni.
La storia della “Pietra degli Immortali” è una storia lontana. Venerdì 12 settembre 1980 venne rifondata l’Antica Libera Corporazione dei Mastri della Pietra, nata a Verona nel 1319 sotto la signoria di Cangrande 1^ della Scala con l’intento di riunire scalpellini, cavatori, artisti, maestri nella lavorazione della pietra della Lessinia, della Valpolicella e Valpantena.
In tale contesto si diede importanza alla cultura e all’arte, invitando alla fiera del marmo, che allora si teneva nel quartiere fieristico ambrosiano, scultori di fama internazionale, molti dei quali si erano avvicinati al marmo proprio in Valpolicella, seguiti da artigiani e scultori locali. L’intento era quello di lasciare una testimonianza del loro passaggio.
Per questo sabato 13 settembre 1980, durante la 18^ Mostra Marmo Macchine, davanti all’entrata principale del Quartiere fieristico di Sant’Ambrogio di Valpolicella, venne collocata la “Pietra degli immortali”, un enorme blocco di marmo rosso verona sul quale gli scultori incidevano la loro firma.
Il primo artista è stato Miguel Berrocal, scultore e artista spagnolo che da Parigi si era trasferito a Negrar, dove aveva lo studio. Il suo estro creativo sul blocco di rosso verona e la sua firma sono ancora oggi ben visibili.
Dopo di lui altri artisti e scultori conosciuti in Italia e all’estero, fra cui Enzo Assenza, la scultrice giapponese Naoco Kumasaka e lo scultore Sahl Swarz, Arsenio de Bortoli, Gino Bogoni hanno lasciato un segno del loro passaggio.
Nel 1982 venne affiancato al blocco di marmo rosso verona un blocco di bianco di vinkuran, uno statuario che si estrae presso Pola, in Istria. Anche questo inciso da valenti scultori, ospiti della manifestazione fieristica ambrosiana, fra cui Augusto Murer e Nag Arnoldi.
Presente anche la firma dello scultore croato Ante Marinovic, che scolpì il bozzetto del monumento “Lo scalpellino”, poi realizzato in collaborazione con Nicola Music di Korcula (Croazia), l’ambrosiano Coato Emilio e l’allora ultraottantenne Boscaini Giovanni e collocato oggi sulla scalinata che porta alla sede del Comune di Sant’Ambrogio di Valpolicella. Una scultura monolitica, in marmo rosso verona, estratta da un blocco di 24 q.li circa, che raffigura uno scalpellino seduto mentre scolpisce un capitello. Una figura robusta che rappresenta la forza dell’impresa e il duro lavoro dei lapicidi.
Dopo di allora nessuno ha più lasciato la propria firma sulle pietre a seguito delle vicissitudini che hanno portato la Marmo Macchine da Sant’Ambrogio a Verona, con grande dolore delle ditte del luogo e dei cittadini ambrosiani che da un piccolo paese di provincia hanno portato la fiera del marmo a livello mondiale.
La Scuola d’Arte è riuscita però a salvare i due blocchi di pietra che raccolgono le testimonianze di tanti artisti e scultori. Dopo averli ripuliti, con l’Amministrazione comunale ha deciso di ridare vita alle “Pietre degli immortali”, valorizzando il nostro territorio attraverso l’arte e la cultura, nella splendida cornice di Villa Brenzoni Bassani.